Nei mesi più caldi su Marte esisterebbe acqua allo stato liquido seppur salata. Lo ha annunciato la NASA, portando come prova le immagini, riprese in tempi divesi, di strisce scure ben evidenti su alcuni ripidi pendii alle medie latitudini dell’emisfero meridionale del pianeta rosso, i cosiddetti gully, formazioni molto simili ai ruscelli terrestri.
La scoperta è stata possibile grazie alle immagini dallo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), che dal marzo 2006 orbita attorno a Marte alla ricerca, tra l’altro, di tracce di attività vulcaniche e acqua.
Le foto mostrano linee sottili che si attenuano in inverno, per poi ripresentarsi più scure e ben evidenti all’arrivo della primavera. A detta dei ricercatori del Lunar and Planetary Laboratory (LPL) dell’Università dell’Arizona (Tucson), la stagionalità della presenza dei ruscelli potrebbe essere data proprio dallo scorrere di acqua salata.
Alle latitudini medie dell’emisfero sud di Marte sono presenti molti pendii scoscesi, dove i cambiamenti stagionali si notano in maniera evidente in quanto in queste zone la superficie cambia colore. Secondo gli autori dello studio, questi cambiamenti possono essere facilmente spiegati solo ammettendo la presenza di acqua molto salata, dunque capace di passare dallo stato liquido a quello solido al variare delle stagioni e quindi della temperatura superficiale.
Alfred McEwen, responsabile dello strumento HiRISE dichiara: “Al momento, la migliore ipotesi che abbiamo, per spiegare queste osservazioni, è che possano essere dovute a un flusso di acqua salmastra “. Aggiungendo, però, che non si tratta della prova definitiva. Cautela comprensibile, vista la portata della scoperta: se confermata, infatti, vorrebbe dire che sul pianeta rosso esiste acqua allo stato liquido – seppur salata e solo in certi periodi dell’anno. E proprio la salinità giocherebbe un ruolo fondamentale, abbassando il punto di congelamento dell’acqua fino a temperature compatibili con le pur tiepide estati marziane.
E’ l’ulteriore conferma che Marte è un pianeta geologicamente vivo, con una superficie che si modifica anche rapidamente nel tempo. Le brine ghiacciate erano già state osservate dai due lander Viking nel 1976 e la presenza di sali nel ghiaccio è stata confermata più di recente dalla sonda Phoenix. Gli ingredienti quindi ci sono. Molto probabilmente, l’origine del fenomeno non è dovuto allo scioglimento delle brine, ma responsabili potrebbero essere piccoli depositi di ghiaccio presenti sotto la superficie, che si sciolgono quando vengono a trovarsi vicino alla parte esposta del pendio. In ogni caso è difficile immaginarsi un meccanismo che non implichi la presenza, anche se temporanea, di acqua liquida.
La scoperta è stata possibile grazie alle immagini dallo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), che dal marzo 2006 orbita attorno a Marte alla ricerca, tra l’altro, di tracce di attività vulcaniche e acqua.
Le foto mostrano linee sottili che si attenuano in inverno, per poi ripresentarsi più scure e ben evidenti all’arrivo della primavera. A detta dei ricercatori del Lunar and Planetary Laboratory (LPL) dell’Università dell’Arizona (Tucson), la stagionalità della presenza dei ruscelli potrebbe essere data proprio dallo scorrere di acqua salata.
Alle latitudini medie dell’emisfero sud di Marte sono presenti molti pendii scoscesi, dove i cambiamenti stagionali si notano in maniera evidente in quanto in queste zone la superficie cambia colore. Secondo gli autori dello studio, questi cambiamenti possono essere facilmente spiegati solo ammettendo la presenza di acqua molto salata, dunque capace di passare dallo stato liquido a quello solido al variare delle stagioni e quindi della temperatura superficiale.
Alfred McEwen, responsabile dello strumento HiRISE dichiara: “Al momento, la migliore ipotesi che abbiamo, per spiegare queste osservazioni, è che possano essere dovute a un flusso di acqua salmastra “. Aggiungendo, però, che non si tratta della prova definitiva. Cautela comprensibile, vista la portata della scoperta: se confermata, infatti, vorrebbe dire che sul pianeta rosso esiste acqua allo stato liquido – seppur salata e solo in certi periodi dell’anno. E proprio la salinità giocherebbe un ruolo fondamentale, abbassando il punto di congelamento dell’acqua fino a temperature compatibili con le pur tiepide estati marziane.
E’ l’ulteriore conferma che Marte è un pianeta geologicamente vivo, con una superficie che si modifica anche rapidamente nel tempo. Le brine ghiacciate erano già state osservate dai due lander Viking nel 1976 e la presenza di sali nel ghiaccio è stata confermata più di recente dalla sonda Phoenix. Gli ingredienti quindi ci sono. Molto probabilmente, l’origine del fenomeno non è dovuto allo scioglimento delle brine, ma responsabili potrebbero essere piccoli depositi di ghiaccio presenti sotto la superficie, che si sciolgono quando vengono a trovarsi vicino alla parte esposta del pendio. In ogni caso è difficile immaginarsi un meccanismo che non implichi la presenza, anche se temporanea, di acqua liquida.
hai visto le ultime foto che ha fatto il robottino "mars opportunity" della superficie di marte?
RispondiEliminahttp://marsrover.nasa.gov/gallery/press/opportunity/20110810a/PIA14508_Sol2678_P2383_L257atc_br.jpg
http://marsrover.nasa.gov/gallery/press/opportunity/20110719a/PIA14269_1N364239284EFFBHUYP0673R0M1_br.jpg