sabato 31 marzo 2012

ILLUSIONI OTTICHE "ARTISTICHE"



Questa forma di arte basata sulle illusioni ottiche si chiama
 "OP ART" e non è semplice realizzare questi dipinti: si richiedono conoscenze matematiche e una meticolosa progettazione, visto che vengono manipolate le regole della percezione.

Una persona che guarda l'opera, ha spesso la sensazione che il disegno si muove...





Origami o opere d'arte? Peter Callesen e le sue realizzazioni

C'è chi usa la carta per stampare documenti dal pc, chi la utilizza per prendere appunti e chi per...realizzare opere d'arte!!!
...E' il caso del danese Peter Callesen, che da comunissimi fogli in formato A4 realizza delle vere e proprie sculture.

Ecco a voi qualche esempio:







http://www.focus.it/curiosita/arte/arte-di-carta_C9.aspx

sabato 24 marzo 2012

Come trasformare un foglio A4 in un apribottiglie

Sottile, leggero, quasi... impalpabile. Eppure un foglio di carta può diventare robusto al punto da trasformarsi in un apribottiglie di fortuna. Basta piegarlo nel modo giusto e il risultato è garantito. Non ci credete? Date un'occhiata al video.

venerdì 16 marzo 2012

IL CUBO DI RUBIK STORIA E RECORD DI UN ROMPICAPO…




 
IL ROMPICAPO CHE CI HA FATTI IMPAZZIRE
NEGLI ANNI 80…




IL CUBO DI RUBIK


COS’E'…?







Il cubo di Rubik, detto anche “Cubo Magico”, è composto da 26 cubetti esterni ed un “cubetto invisibile” interno in cui risiede il meccanismo che permette la rotazione dei piani in tutte le direzioni.
Lo scopo del gioco è di risalire alla posizione originale dei cubetti portando il cubo ad avere per ogni faccia un colore uguale.
Sei lati, ogni lato 9 quadratini colorati, e tutti i lati che si possono muovere sia in orizzontale che in verticale..vi sembra di ricordare, vero? 43.252.003.274.489.856.000 (si, proprio 43 miliardi di miliardi..) di possibili combinazioni, e una sola che portava al risultato agognato, tutte e 6 le facce del colore giusto, nello stesso momento! Uscito dalla mente malefica di un matematico ungherese, il cubo di Rubik è stato per noi ragazzi degli anni ’80 quello che i Pokemon sono per i ragazzini di oggi, una mania, una febbre da cui non si poteva guarire. In tutti i formati e le dimensioni, ci giocavamo a tutte le ore, a scuola e fuori scuola, anche e soprattutto durante le lezioni..e mentre per molti l’unica soluzione possibile era quella di staccare i quadratini colorati e attaccarli dove serviva, ai campionati mondiali c’era chi lo completava in meno di 30 secondi!





Ma ecco ora breve la storia completa di questo mitico rompicapo…



LA STORIA

Il cubo di Rubik (o cubo magico) è un celebre rompicapo inventato dal professore di architettura e scultore ungherese Ernő Rubik nel 1974.
Originariamente chiamato dallo stesso inventore (Cubo Magico), fu rinominato nel 1980 “Rubik’s Cube” dalla Ideal Toys, l’azienda che ne ha curato la distribuzione. Nello stesso anno ha vinto il premio come gioco dell’anno in Germania. Si dice che sia il gioco più venduto al mondo, (imitazioni low cost comprese) con oltre 300 milioni di pezzi.

Fu inizialmente progettato da Rubik a scopi didattici e all’inizio si diffuse solo tra i matematici ungheresi, interessati ai problemi statistici e teorici che il cubo poneva. Qualche anno più tardi un matematico inglese scrisse su quest’oggetto un articolo che portò la sua fama fuori dai confini dell’Ungheria. Nel giro di pochi anni, il cubo di Rubik invase i negozi europei ed americani, diventando il rompicapo più venduto della storia. Oggi esistono anche lettori mp3 a foma di cubo.

Nel solo 1982 ne furono venduti oltre 100 milioni di pezzi e Rubik divenne il cittadino più ricco del suo paese. Ad oggi si svolgono veri e propri Campionati del Mondo nel quale i concorrenti, che giungono da ogni parte del pianeta, si sfidano nel ricomporlo nel minor tempo possibile. 
Il record del mondo, ad oggi appartiene a Erik Akkersdijk che lo ha risolto in 7,08 secondi durante gli Open 2008 tenutisi a Pardubice, nella Repubblica Ceca, il 12-13 luglio 2008; nella competizione che tiene conto della media nella risoluzione di 5 cubi, il record appartiene a Yu Nakajima con 11,28 secondi, record ottenuto durante gli Open 2008 tenutisi in Giappone, nella città di Kashiwa il 5 maggio 2008.




 




UMORE NERO? CON LA LUCE RITROVI L’OTTIMISMO

 
 
 
Se l’umore è nero…
Un po’ di luce e ritroviamo l’ottimismo
 
 
 
 
 
 
Giornate più corte, uggiose, buio e umore ai minimi storici.
 
Riecco l’approssimarsi dell’inverno con il suo fastidioso carico di malesseri e disturbi: mancanza di energia, basso desiderio sessuale, sonnolenza, difficoltà di risveglio mattutino, aumento dell’appetito e predilezione per dolciumi o pasta, riduzione della produttività e tendenza al ritiro sociale.
In una parola SAD, dalla definizione medica statunitense, ovvero Seasonal Affective Disorder, “disturbo dell’umore ad andamento stagionale”.
 
 
 
 
 
 
 
La causa principale? Mancanza o drastica riduzione della luce solare.
Il tono dell’umore sembra diminuire quanto più ci si allontana dall’equatore per cui possiamo trovare un maggior numero di persone più tristi nelle regioni nordiche che nelle regioni meridionali e parimenti un maggior buonumore d’estate che d’inverno. Inoltre vari esperimenti hanno evidenziato pure variazioni dell’umore e dell’efficienza personale in persone che vivono per gran parte della giornata in ambienti illuminati artificialmente, dove per lo più le lampade convenzionali riproducendo solo una parte delle lunghezze d’onda della luce naturale, possono costituire uno stimolo stressante per l’organismo.
 
 
 
 
 
 
 
Per poter parlare di SAD, tuttavia la National Mental Health Association ha stabilito che i sintomi devono essersi presentati negli ultimi due anni in assenza di episodi di depressione dovuti ad altri motivi, oppure devono essere notevolmente più evidenti. Il malessere deve presentarsi inoltre nella stagione invernale o con l’accorciarsi delle giornate. Pronunciarsi sulla diagnosi, comunque, può essere solo compito del medico o dello psicologo. I sintomi lamentati possono essere, infatti, collegati a diversi altri malesseri e malattie. Saranno i medici a decidere riguardo alla assunzione di farmaci.
 
 
 

 
 
Per tutti comunque gli esperti consigliano una vera e propria terapia della luce, l’unica cura che può risultare utile in ogni caso.
Se la luce solare non sempre è a disposizione, ci sono lampade specifiche in grado di emettere una luce simile a quella del sole. E’ la light therapy, una cura a base di luce, conosciuta e usata nei paesi nordici, e successivamente negli Stati Uniti, fin dagli anni ‘80, a solo da un paio d’anni approdata in Italia. Dove però sono ancora pochissimi i centri che la applicano. Niente a che vedere naturalmente con le lampade abbronzanti a raggi Uva.
 
 
 
 
 
 
 
 
La lampada del buonumore è un apparecchio con uno schermo rettangolare, circa 40 centimetri per 30, che emette una luce bianchissima e brillante, come il riflesso del sole sulla neve, a 10.000 lux (il lux è l’unità di misura dell’intensità luminosa: per avere un termine di paragone, la luce di una giornata di sole estiva è 200.000 lux, 15.500 lux quella di un giorno di maggio, 3.000 lux la luce serale). Basta sedersi davanti alla lampada, a un metro di distanza, ogni mattina per mezz’ora, per una decina di giorni consecutivi, per ritrovare l’energia e l’allegria dell’estate. Non importa guardarla fissa, è necessario però non avere schermi davanti agli occhi, per esempio occhiali da sole.
 
 
 
 
 
 
In mancanza di una lampada, il cui costo è elevatissimo, ecco invece qualche consiglio per rendere la giornata più “luminosa”: se si lavora in ufficio, è utile lasciare le tende aperte e sedersi, quando possibile, nelle vicinanze della finestra, in modo da poter guardare fuori ogni tanto e lasciare che la luce solare raggiunga gli occhi. Uno studio ha provato che un’ora di luce solare di inverno ha l’efficacia di due ore e mezza di luce artificiale. Se fa troppo freddo all’esterno, scegliere, per la pausa, un posto dove la luce solare può entrare e rimanerci per un po’.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il nostro organismo riceve infatti l’intera gamma delle onde luminose attraverso la pelle e attraverso gli occhi. Le radiazioni che penetrano attraverso gli occhi vengono trasformate in impulsi elettrici e trasmessi tramite il nervo ottico al cervello. Quando gli impulsi raggiungono l’ipotalamo si assiste ad un incremento della serotonina, neurotrasmettitore deputato, tra l’altro, al controllo del tono dell’umore, mentre a livello dell’epifisi inibiscono la produzione di melatonina, un ormone sensibile al ciclo luce-buio. Pur riconoscendo che il meccanismo dell’azione della luce sul cervello è scientificamente ancora poco conosciuto, l’evidenza clinica riscontra una significativa alterazione del tono dell’umore in presenza della variazione della quantità di luce a cui la persona è esposta.”
 
 
 

venerdì 9 marzo 2012

I segreti della Coca Cola

La Coca cola secondo l'artista Ai Weiwei
Lo sapevi che quando dici Coca Cola, dici in realtà 450 marchi diversi e oltre 3000 tipi di bevande? E che nel mondo si consumano 570 miliardi di bicchieri di Coca Cola ogni anno? Sono solo alcuni dei dati che si ricavano dalla lettura dell’infografica pubblicata dal sito americano Business Management.
Tra numeri (giganti) e sorprese. Leggendo si scopre per esempio che il paese dove si consuma più Coca è il Messico (635 bicchieri pro-capite), seguito dal Cile, mentre gli Usa, dove la Coca Cola è stata inventata, sono solo al terzo posto con un consumo di 412 dosi per abitante. Nel mondo ci sono 20 milioni di negozi che hanno la licenza per vendere Coca Cola. A loro vanno ad aggiungersi 10 milioni di distributori automatici. A rifornirli senza sosta ci pensa un esercito di 500 mila camion: 5 volte il numero di quelli della UPS, il corriere più famoso al mondo. Quanti bicchieri di coca cola si consumano ogni giorno nel mondo? La risposta è… 1,6 miliardi. Nel 1886, Quando il farmacista John Pemberton la inventò, i bicchieri quotidiani serviti ai clienti erano appena… nove.