sabato 28 gennaio 2012

I terremoti che hanno colpito l’Italia


Partiamo dai dati. Alla 0:54 del 25 gennaio 2012, un sisma del 4,2 grado della Scala Richter ha interessato le Prealpi Venete. Il suo ipocentro si trova a 10,3 km di profondità in prossimità di Verona.
Alle 9:06 un altro sisma del 4,9 grado della Scala Richter colpisce la Pianura Padana emiliana. Epicentro in prossimità di Boretto. Il sisma si è verificato a 33,2 km di profondità.
Il terremoto veneto fa seguito a diversi sismi che nelle ultime ore non avevano superato il 3.0° Richter, così come quello emiliano era stato preceduto da altri sismi, seppur più diluiti nel tempo nei giorni scorsi.
Cosa ci dobbiamo aspettare?
Le domande che tutti si pongono a questo punto sono almeno tre. La prima: “E ora?”, la seconda: “Sono collegati?”, la terza: “Quali le cause?”
Sul futuro è possibile dire ben poco. Sciami sismici di questo genere sono tipici di entrambe le aree. Di solito non superano il 4° Richter, ma eccezionalmente possono essere anche più forti e raggiungere il 6° Richter e più.
Sono aree (prealpi venete e pianura emiliana) che possono reiterare nel tempo tali fenomeni, anche se per entrambe gli studi geologici indicano che i terremoti non dovrebbero mai essere particolarmente violenti. Sta di fatto che sismi del 4° Richter presentano quasi certamente dei piccoli terremoti che i geologi chiamano di assestamento.
Esiste una piccola probabilità che i due sismi siano collegati. Le cause? L'energia fuoriuscita dal terremoto in Veneto ha fatto scattare il movimento della faglia in Emilia.
Sono collegati?
Alla domanda se i due importanti eventi sono collegati, è possibile rispondere in modo probabilistico.
Generalmente sismi di questo genere hanno origini e sviluppi diversi, quindi non sono collegabili tra loro. Ma dovrebbero essere eventi che per coincidenze si sono verificati nell’ambito di poche ore di distanza l’uno dall’altro. Tuttavia, negli ultimi anni, vari ricercatori sostengono che è possibile che un sisma avvenuto in un certo punto possa far scattare la molla di un altro sisma a distanza anche di diverse centinaia di chilometri.
Nessuno potrà mai dire con certezza se questi due eventi sono collegabili, ma esiste una probabilità, seppur piccola, che la situazione in Emilia Romagna fosse tale che l’energia fuoriuscita dal sisma veneto abbia fatto scattare il movimento della faglia che ha prodotto il secondo terremoto.
C’è una causa per questi terremoti?
Alla terza domanda è possibile dare spiegazioni più ampie ed esaustive. Al di là del fatto che l’intera penisola italiana è stretta:
1 – dalla spinta del continente africano che spinge l’Europa verso nord-est da un lato e
2- dall’Europa orientale che spinge verso il Mediterraneo,
nel caso del terremoto veneto, la causa è da imputare ad una spinta verso nord della parte settentrionale del Mar Adriatico.
Per quanto riguarda il secondo sisma questo è avvenuto nell’ambito di un raccorciamento cui è sottoposto l’Appennino settentrionale, un raccorciamento parallelo alla catena stessa. Questi fenomeni, che interessano le rocce che formano la catena montuosa, producono stress molto importanti che talora rilasciano l’energia sottoforma di terremoto.

venerdì 27 gennaio 2012

SHOAH


“Shoah” è un termine ebraico che significa “annientamento”, “sterminio”.
Esso si riferisce ad una delle più vergognose vicende della storia umana, quando i regimi dittatoriali nazi-fascisti, poco più di sessant’anni fa, stabilirono, attraverso leggi razziali, di far arrestare tutti gli Ebrei e di rinchiuderli nei campi di lavoro forzato e di sterminio, per eliminare del tutto la loro “razza”, ritenuta inferiore.
La stessa sorte toccò agli zingari, agli slavi, agli handicappati, ai neri, e a tutti coloro che, secondo i nazisti e i fascisti, non appartenevano alla razza bianca ariana, considerata superiore e pura.
Oggi a noi può sembrare impossibile e incredibile che possano essere successi quei fatti e che donne, uomini e bambini di un intero popolo siano stati perseguitati, torturati e uccisi nei campi di concentramento e nelle camere a gas: ma è tutto tragicamente vero e ogni uomo appena ragionevole si vergogna ancora oggi di quello che successe.
E non dobbiamo pensare che i nazisti e i fascisti fossero tutti dei pazzi: sarebbe troppo facile liquidare lo sterminio accusando uno o due pazzi responsabili. I loro capi erano persone istruite e di normale intelligenza: sapevano quello che avevano deciso di fare. Lo sapeva Hitler e chi stava al suo fianco, lo sapeva Mussolini e il re d’Italia che firmarono le leggi razziali per perseguitare gli Ebrei italiani. Lo sapevano tutti coloro che obbedirono a quelle leggi sbagliate e crudeli.
Il “GIORNO DELLA MEMORIA” che viene celebrato ogni 27 gennaio, nella nazione e nelle scuole, serve proprio a non dimenticare le sofferenze di allora, per saper scegliere di evitare nuove sofferenze oggi, ad altri popoli e ad altre persone, in qualsiasi parte del mondo.
Ma la strada verso la giustizia e la pace è ancora lunga: basta guardare a quante guerre e persecuzioni sono ancora in atto in ogni continente del mondo. Occorre proprio l’impegno di tutti noi.
Disse Primo Levi a proposito di Anna Frank:
“Una singola Anne Frank detta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, la cui immagine è rimasta nell’ombra. Forse è necessario che sia così; se dovessimo e potessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere”.



  

 





SE QUESTO E’ UN UOMO 
Primo Levi
«Voi che vivete sicuri 
Nelle vostre tiepide case, 
Voi che trovate tornando a sera 
Il cibo caldo e visi amici: 
Considerate se questo è un uomo 
Che lavora nel fango 
Che non conosce pace 
Che lotta per mezzo pane 
Che muore per un sì o per un no. 
Considerate se questa è una donna, 
Senza capelli e senza nome 
Senza più forza di ricordare 
Vuoti gli occhi e freddo il grembo 
Come una rana d’inverno. 
Meditate che questo è stato: 
Vi comando queste parole. 
Scolpitele nel vostro cuore 
Stando in casa andando per via, 
Coricandovi, alzandovi; 
Ripetetele ai vostri figli. 
O vi si sfaccia la casa, 
La malattia vi impedisca, 
I vostri nati torcano il viso da voi». 
 







C’E’ UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE Joyce Lussu 
C’è un paio di scarpette rosse 
numero ventiquattro 
quasi nuove: 
sulla suola interna si vede ancora
la marca di fabbrica 
c’è un paio di scarpette rosse 
in cima a un mucchio di scarpette infantili 
a Buchenwald 
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi 
di ciocche nere e castane 
a Buchenwald 
servivano a far coperte per soldati 
non si sprecava nulla 
e i bimbi li spogliavano e li radevano 
prima di spingerli nelle camere a gas 
c’è un paio di scarpette rosse per la domenica 
a Buchenwald 
erano di un bambino di tre anni e mezzo 
chi sa di che colore erano gli occhi 
bruciati nei forni 
ma il suo pianto lo possiamo immaginare 
si sa come piangono i bambini 
anche i suoi piedini 
li possiamo immaginare 
scarpa numero ventiquattro 
per l’eternità 
perchè i piedini dei bambini morti 
non crescono 
c’è un paio di scarpette rosse 
a Buchenwald 
quasi nuove 
perchè i piedini dei bambini morti 
non consumano le suole. 





Un film strepitoso, commovente, intramontabile e senza tempo.

Capolavoro che vede come protagonista una splendida Audrey nel periodo d'oro della sua carriera. Una commedia senza tempo, una storia bellissima di una figura femminile destinata ad entrare nella storia del cinema con tutte le sue stravaganze, le debolezze e le fragilità. "Colazione da Tiffany" non è una semplice storia romantica è molto di più: un'analisi sottile e concreta di uno degli infiniti angoli che compongono la mente di una donna moderna, apparentemente emancipata, e sicura di sè nella società frenetica dell'età contemporanea. In più nella Hollywood pudica e perbenista dei primi anni '60 viene portata sul grande schermo la storia di un'escort, perchè questo fa per vivere la dolce Holly. Edwards sarà abile a far intendere il tutto senza mai dirlo in modo esplicito, un gioco di allusioni per salvare il film dalla scure della censura e dare l'illusione che la vita della ragazza sia veramente fatta di diamanti e feste che finiscono all'alba con una "Colazione da Tiffany", in modo innocente e garbato. 
Il film consacrerà definitivamente Audrey Hepburn come una delle donne simbolo del '900 con un personaggio lontanissimo da lei, "non avevo nulla in comune con Holly, ma intuivo come potevo caratterizzarla. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma avevo voluto lo stesso la parte. A quel tempo dovevo essere anche un po' impudente. Ma come neo mamma mi sentivo più selvaggia che mai".

Un dolce sogno di chi vuole solo e sempre credere nelle favole, gli interpreti e la musica sono sublimi.

mercoledì 25 gennaio 2012

Tempesta solare in corso: allarme per i satelliti

Un'eruzione del Sole sta bombardando la Terra con un vento di particelle di protoni che potrebbe disturbare le comunicazioni satellitari e la navigazione aerea

sabato 14 gennaio 2012

YUKI KAJIURA

Perché il giorno venerdì 13 è considerato sfortunato?


Venerdì 13 da urlo
Venerdì 13 da urlo

Una spiegazione risale alla mitologia scandinava: c’erano 12 semidei e poi arrivò il tredicesimo, Loki. Ma era crudele con gli uomini: da qui il 13, in quelle terre, è divenuto segno di malaugurio. Altri legano la superstizione al fatto che c’erano 13 persone all’Ultima Cena di Cristo, e il tredicesimo era Giuda.
(Guarda la storia (e la geografia) delle religioni)

Origini lontane
Ma l'associazione tra il numero 13 e la sfortuna è documentata anche in epoche precedenti: lo storico greco Diodoro Siculo (I secolo a. C.) riferisce che Filippo II (IV secolo a. C.), re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, fu ucciso da una sua guardia del corpo dopo aver fatto mettere una propria statua accanto a quelle delle dodici divinità dell'Olimpo (la morte sarebbe stata la conseguenza di questo “sgarro” agli dèi). Ma forse la diffidenza verso il 13 risalirebbe addirittura alle più antiche concezioni astrologiche assiro-babilonesi (dove il 12 era numero sacro perché facilmente divisibile). Proprio il fatto che il 13 viene dopo il 12 avrebbe assicurato a questo numero la fama di portasfortuna.

Il calendario dei giorni nefasti

Quanto al venerdì, forse è considerato infausto perché Cristo fu crocefisso in quel giorno. Per i musulmani, invece, è infausto perché è il giorno in cui Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito.
La distinzione tra giorni positivi e negativi era già nota alla tradizione romana, dove si distingueva fra dies fasti (in cui si poteva amministrare la giustizia) e nefasti. Il martedì era “sfortunato” tra i Romani perché dedicato a Marte, dio della discordia. Allo stesso modo, si credeva che i figli concepiti di venerdì avrebbero avuto una vita difficile e che gli anni bisestili che cominciavano in questo giorno sarebbero stati catastrofici.
Origini a parte, la credenza del venerdì 13 come giorno sfortunato è diffusa in tutta Europa e America. 

lunedì 9 gennaio 2012

E se… smettessimo di stirare?

Che ne pensate di uno "sciopero" generale di una delle attività domestiche più noiose e detestate? In nome dell'ambiente, potremmo metterci d'accordo.


Il termogramma di un ferro da stiro acceso. In bianco e rosso le aree più calde, in blu quelle più fredde.
Il termogramma di un ferro da stiro acceso. In bianco e rosso le aree più calde, in blu quelle più fredde.

Stirare è noioso, fa sudare e non piace a nessuno. Ma c'è di più: stirare potrebbe fare male, oltre che all'umore, anche all'ambiente. Ci avete mai pensato? Se ci mettessimo d'accordo e appendessimo tutti il ferro da stiro al chiodo per un mese, quanta energia risparmieremmo?
È un calcolo empirico molto facile: tutto quello che dovete conoscere è la potenza del ferro da stiro, indicata in Watt su di un'etichetta applicata dal costruttore sull'apparecchio stesso. Dovete anche farvi un calcolo del tempo di utilizzo: quante ore al giorno o alla settimana stirate?

La "formula" generale per ottenere il consumo di energia in kilowattora (per qualunque elettrodomestico) è:

Watt x ore di utilizzo = Wh (wattora)

Wh : 1.000 = kWh (kilowattora) 


Ecco un esempio per un comune ferro da stiro con caldaia della potenza di 2.000 Watt usato 3 ore la settimana, ossia 12 ore al mese:

2.000 x 12 = 24.000 Wh/mese

24.000 : 1.000 = 24 kWh/mese

Se volete sapere anche quanto spendete moltiplicate il risultato per il prezzo del kWh (lo leggete in bolletta), scegliendo quello relativo alla fascia oraria durante la quale stirate.

Pieghe comuni, mezzo gaudio

Per consumare meno:
  • Usare centrifughe basse durante il lavaggio in lavatrice
  • Stendere subito e accuratamente
  • Piegare le magliette in attesa di essere stirate
  • Usare un ferro da stiro di ultima generazione
  • Evitare di stirare biancheria, lenzuola, asciugamani, canovacci e pigiami
Fate i vostri conti e, se credete, smettete per un mese. Se tutti facessimo questa scelta, presentarsi in ufficio con qualche piega in più sulla camicia sarebbe senza dubbio meno imbarazzante. E se smettere da un giorno all'altro vi sembra una decisione troppo drastica, potete sempre optare per i ferri da stiro di ultima generazione, che sfruttano al massimo il getto di vapore riducendo i tempi di stiratura e gli sprechi di energia. Un ultimo consiglio? Riducete il carico dell'asse al minimo: i tessuti sintetici non vanno stirati, e per canovacci, asciugamani e lenzuola se ne può fare a meno. Stendendo con cura il bucato ancora umido, poi, si fanno miracoli!

Che cosa ne pensate? Fareste volentieri uno sciopero della stiratura? Quali tecniche usate per risparmiare energia elettrica e olio di gomito? Dite la vostra!

giovedì 5 gennaio 2012



EPIFANIA
STORIA E TRADIZIONI  



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L’origine di questa figura va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell’anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus) e l’inizio dell’anno lunare.[4]
L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno (vedi ad esempio la Giubiana e il Panevin o Pignarûl, Casera, Seima o Brusa la vecia).
Nel mondo cristiano il termine indica la festa religiosa che evoca oltre all’adorazione dei Magi anche vari avvenimenti della vita di Cristo, soprattutto la nascita, il battesimo, il primo miracolo operato a Cana, la sua venuta alla fine dei tempi.


Mentre in Occidente è ora nettamente distinta dal Natale e celebra la manifestazione di Gesù ai pagani, di cui i Magi furono i primi, nelle chiese orientali, l’Epifania è la festa del battesimo di Gesù nel Giordano. Per questo fin dal secolo IV si introdusse nel giorno dell’Epifania, la benedizione dell’acqua proprio in memoria del battesimo di Gesù.
In alcune chiese orientali è insieme la celebrazione del Natale, dell’adorazione dei Magi e del battesimo di Gesù.




L’Epifania, comunemente designata come “Adorazione dei Magi”, contrapposta a quella dei pastori, è soggetto molto diffuso nella primitiva arte cristiana, alla quale perviene dalla rappresentazione del tributo dei barbari: i tre Magi, vestiti alla persiana, con anassiridi e berretto frigio, accorrono, sotto il segno della stella cometa, recando i loro doni al Bambino.
La festa dell’Epifania è salutata in molti paesi da manifestazioni di carattere folcloristico come accensioni di falò, elezioni di Re per burla, … da taluni riferite come eredità dei festeggiamenti che si tenevano durante i saturnali.


 


Nei paesi di tradizione cattolica vige il costume, come a Natale, di scambiarsi i regali e soprattutto di farne ai bambini ai quali la befana viene descritta come personificazione di una vecchia brutta ma buona che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio lascia nelle calze dolciumi e doni ai bambini buoni e carbone a quelli che sono stati cattivi.
Secondo la poetica immagine la vecchia, che nella tradizione contadina entra nelle case attraverso la cappa del camino, viene dalle montagne a notte fonda, attraversa il cielo a cavallo di una scopa e con un grosso sacco ricolmo sulle spalle.





In varie città, come a Firenze, se ne faceva un fantoccio che veniva portato in giro per le vie e dispensava caramelle ai più piccini.






Nelle leggende anglosassoni e nordiche, la notte dell’Epifania, o dodicesima notte, è uno spazio di tempo favorevole ai presagi e ai prodigi, il più indicato per combattere le forze del male.