Non è un caso che una delle spiegazioni del suo nome viene attribuita alla parola torre e cielo - Tor-cello. E' proprio questo che viene in mente guardando l'isola, mentre ci si avvicina, una torre che tocca il cielo. L'etimologia però più diffusa del nome è la derivazione di Torcellum da una delle porte più antiche della città romana di Altino, che si trovava sul limite ovest a difendere proprio Torcello.
E pensare che in questo lembo di terra, dove sono rimasti solo 24 abitanti, affondano le radici autentiche di Venezia.
L'isola di Torcello fu, a partire del V e VII secolo molto fiorente, vi abitavano ben 50.000 anime e i rapporti marittimi con l'Adriatico non mancavano. Solamente nel 1300 vi fu un'impoverimento drastico, sia per la concorrenza con le isole vicine, che per l'nterramento progressivo che occluse le bocche del porto, oltre che l'avanzamento dei detriti portati dai fiumi Sile e Dese da creare un malsano impaludamento; fattori che diffusero la malaria.
E' anche per questo che oggi ci appare povera, sperduta, disabitata... abbandonata... con solo i monumenti della chiesa di S. Fausta e S. Maria Assunta, che sembrano galleggiare su questa sconfinata palude che galleggia sul mare accanto alla sfarzosa Venezia.
IL PONTE DEL DIAVOLO E IL TRONO DI ATTILA
Lungo la strada dal porticciolo alla piazza principale di Torcello (è anche l'unica strada che c'è!), si trova il Ponte del Diavolo, in cui vive una leggenda.
Durante l’occupazione austriaca, una ragazza veneziana si innamorò proprio di un ufficiale di quell’esercito. La famiglia di lei non era d'accordo, a tal punto che il suo innsamorato fu trovato addirittura assassinato. La fanciulla era a tal punto disperata, da rivolgersi ad una maga che fece un patto con il diavolo, il quale promise di ridare vita al ragazzo se in cambio gli avessero offerto l'anima di 7 bambini. Si stipulò il contratto, si decise il luogo dell’incontro, proprio il ponte di Torcello. La ragazza e la maga si presentarono all’appuntamento vedendo dall'altra parte del ponte, il diavolo e il ragazzo. La ragazza attraversò il ponte, raggiunse l’amato e fuggirono insieme. E dora era la volta del pagamento di cui se ne doveva occupare la maga. Stipulò un nuovo appuntamento nei successivi 7 giorni, ma morì per cause naturali prima di far fronte alla propria promessa.
Da quel giorno ogni notte, il diavolo appare sul ponte ad aspettare le anime pattuite.
Questo è il trono di Attila, anche se il re degli Unni non vi sedette mai, se non secondo la leggenda, è una sedia di marmo, probabilmente utilizzata dai tribuni dell'amministrazione della giustizia.
In quest'isola particolare è anche possibile riscontrare un curioso fenomeno naturale, guardando nell'acqua dei canali è possibile vedere ogni tanto piccole bollicine che sgorgano a pelo d’acqua, che anticamente hanno dato vita a parecchie leggende.
La terra sottostante è ricca di gas che sfoga in questo modo.
sono stato a Torcello parecchi anni fa e la sensazione che si prova mettendo piede in questo lembo di terra sperduta è di desolazione. Si sente solo l'acqua che si rifrange sulle rive. Può fare piacere, ma si può scappare via per il silenzio quasi insopportabile.
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