lunedì 25 giugno 2012

martedì 19 giugno 2012

Stephen Littleword

Mi piacciono le persone che lasciano il segno. Non cicatrici. Sono quelle persone che entrano in punta di piedi nella tua vita e la attraversano in silenzio. Parlano i gesti non la voce alta, gridano le emozioni non la rabbia.
Mi piacciono le persone che lasciano il segno, lì in quel piccolo posto chiamato cuore… sono quelle che mai se ne andranno perchè quel posto se lo sono conquistato con le piccole attenzioni di ogni giorno.
Stephen Littleword

Questione di eleganza

La vera eleganza non si compra in boutique, né si ordina su misura. Viene dal cuore e profuma di grazia, cortesia e discrezione.
Viene dalla bocca con linguaggio pulito, in parole attente e prudenti. A volte è autoironica, a volte sa fare silenzio.
Adorna le orecchie che sanno ascoltare pazienti. Si riconosce negli occhi, chiari specchi dell’anima.
Arriva dai gesti, rispettosi, miti e composti. Modesta e solare, bella perché semplice.
Esce dalle labbra allenate a sorridere, e magari anche a ridere, se il momento è opportuno.
Cura con dignità l’abbigliamento, senza l’ostentazione e la volgarità del nostro tempo.

domenica 17 giugno 2012

La puntura di un’ape catturata in un clic

Ci hanno provato in tanti, professionisti e fotografi amatoriali. Alla fine lo scatto è riuscito a Kathy Keatley Garvey del Dipartimento di entomologia dell’università di Davis in California. È uno scatto unico, forse il primo di questo genere: mostra l'istante esatto in cui un'ape operaia punge il braccio di una persona.
A qualcuno sarà capitato di essere punti da un'ape e gli sfortunati avranno certo provato sulla loro pelle quell'esperienza fastidiosa e spesso dolorosa. Nel corso della sua vita, Kathy Keatley Garvey ha scattato oltre un milione di foto di api, l’ultima è quella più importante, la foto che le è valsa il primo premio del concorso dell’Association for Communication Excellence, un'organizzazione internazionale che comprende comunicatori, educatori e tecnici informatici. Garvey, a dire il vero, ha le api nel sangue, scrive il Sacramento Bee. Già, perchè il papà e il nonno allevano api per l’impollinazione dei loro frutteti. «Le api fanno parte della mia famiglia dal 1850», dice Garvey.
La rarissima fotografia, intitolata per l’appunto The Sting (la puntura) è stata scattata quasi per caso. La donna di Vacaville, stava passeggiando (munita di fotocamera) con un amico quando è riuscita a catturare l'istante della puntura. La parte più interessante mostra però l'ape operaia col pungiglione estroflesso mentre perde parte del suo tessuto addominale. Dopo la puntura, l’insetto di solito muore nel giro di 15-30 minuti. Il giornale californiano sottolinea che di questa incredibile sequenza esistevano finora solo delle illustrazioni nei libri di testo.

sabato 16 giugno 2012

Provare per credere...

Che spettacolo, guardate per un bel po il puntino rosso nel centro, dopo un po il cerchio azzurro scomparirà 

La mitica Stonehenge, falsa leggenda ecco le prove.





Prima pietra, 3000 avanti Cristo.

Ultima pietra, 1964 dopo Cristo!!!!!
  
 
STONEHENGE
- FALSA LEGGENDA -

E’ stato ricostruito in epoca vittoriana

uno dei più famosi siti archeologici del mondo!
 


All’alba del solstizio d’estate, quando sacerdoti druidi, guerrieri New Age e hippies randagi fanno a botte per vedere il perfetto allineamento del sole che sorge sulle pietre millenarie di Stonehenge, potrebbero anche mettere su un disco dei Beatles, se proprio vogliono celebrare i mitici costruttori del misterioso circolo.
Perché l’ultimo esoterico allineamento è opera di una prosaica gru degli anni ’60.
Il velo sul mistero meglio pubblicizzato d’Inghilterra l’ha sollevato un ragazzo di Bristol, Brian Edwards, alle prese con una tesi di storia.
Ha trovato le foto.
Risalgono al 1901, hanno il fascino sabbiato di un dagherrotipo, ma documentano spietate le approssimative tecniche edilizie di un gruppo di operai vittoriani con cazzuola.
Sono solo le prime di una serie: il ’900 è stato tutto un cantiere, che ha rifatto e “migliorato” il volto di Stonehenge, come in una plastica facciale su una signora un po’ invecchiata.
Scavatrici, corde e cemento hanno ricostruito, spostato, innalzato, sistemato, riallineato quei monoliti che milioni di “fedeli” presumono intatti, e ne adorano la mistica geometria, credendola un computer preistorico, un orologio neolitico, un osservatorio celtico, o addirittura il regalo fantascientifico di una civiltà superiore, sbarcata da un’astronave sulla Terra cinquemila anni fa per consegnarci la Conoscenza. 
Sistemare un monumento traballante non è un reato.
Gli archeologi l’hanno fatto sempre e dovunque.
Quelli inglesi in modo un po’ più vigoroso degli altri.
Nel 1919, l’anno dopo che Sir Cecil Chubb, proprietario del terreno, vendette il tutto al governo per poco più di 6000 sterline, sei grandi pietre furono rimosse e innalzate in posizione verticale, agli ordini dell’energico Colonnello William Hawley, entusiasta membro della “Stonehenge Society”.
Altri tre monoliti furono spostati da una gru nel 1959, a uno dei giganteschi “trilithons” venne messo un cappello di pietra nel 1958, e ai tempi di John Lennon, 1964 per l’appunto, quattro pilastri neolitici cambiarono di posto.
La Stonehenge che vediamo oggi è un’opera del XX secolo.
Senza tutti questi lavori, ammettono ora gli archeologi dell’English Heritage,
«avrebbe un aspetto molto diverso.
Pochissime pietre sono ancora esattamente nel posto dove furono erette millenni fa». Non era difficile da sospettare.
Bastava indagare nell’arte, dove il fascino di Stonehenge ha lasciato dettagliate testimonianze, nei dipinti di Constable e Turner, che raffigurano una distesa di enormi pietre rovesciate, sradicate dal tempo, smosse dalle intemperie, e non quel circolo perfetto che pseudoscienziati e creduloni New Age pensano innalzato per calcolare le eclissi lunari, o i solstizi del sole.
Gli archeologi seri già lo sapevano, e l’hanno pure scritto nei loro libri.
Ma a noi, poveri mortali, nessuno l’aveva mai detto.
Anzi, ce l’avevano accuratamente nascosto.
Sulle guide e gli audiovisivi del “trust” che cura la conservazione del luogo e incassa i proventi di un milione di turisti all’anno, c’è appena un vago accenno a generici lavori di «rafforzamento delle pietre».
Fino agli anni ’60, per la verità, i depliant erano un po’ più chiari.
Poi, l’esplosione di massa del fenomeno Stonehenge dovette consigliare una robusta censura.
Il fatto è che il mistero di questa mitica costruzione si gioca tutto in pochi millimetri.
Per essere un osservatorio astronomico preistorico, le pietre devono puntare con precisione matematica al primo sole d’estate, devono riprodurre alla perfezione le costellazioni celesti, devono seguire a intervalli implacabili di 46 mesi le evoluzioni lunari.
Un’intera nuova scienza, la “archeometria”, ha calcolato all’infinito i dettagli di Stonehenge.
Un immenso tam tam su Internet ne ha diffuso il credo in tutto il mondo.
E’ per mettersi in asse con quei pochi millimetri che ogni anno, il 21 di giugno, migliaia di giovani in cerca di un’esotica trascendenza si azzuffano a sangue, abbattono le barriere, si arrampicano sulle pietre, e le cospargono di rifiuti; al punto che per sedici anni l’alba fatale è stata proibita al pubblico dalla polizia in assetto di guerra ed è stata riaperta solo l’anno scorso, in omaggio al Terzo Millennio.
E’ per celebrare quella perfetta geometria che austeri signori gallesi in tunica bianca, sacerdoti druidi, vi si danno convegno come i bossiani in riva al “dio Po”, alla riscoperta delle antiche radici celtiche della loro etnia.
Se quei pochi millimetri sono stati “aggiustati” da una mano umana, il gioco e il business è finito.
Il più gigantesco teatro di posa di “X Files” rischia di essere degradato a quello che è sempre stato, uno straordinario sito archeologico senza particolari messaggi spirituali.
Intendiamoci, a Stonehenge vale sempre la pena di andare, almeno una volta nella vita. La delusione rivelata dallo studente di Bristol non è colpa delle popolazioni primitive che con sforzo sovrumano innalzarono ciò che forse era un luogo di culto: non potevano certo prevedere l’esplosione della New Age.
Nonostante i lavori edili del ’900, furono loro, i primi “britons” di cinquemila anni fa, a orientare queste immense pietre verso il sorgere del sole. Come l’uomo in preghiera ha sempre fatto.
Anche le chiese cristiane sono allineate all’orizzonte orientale, dove sorge il sole, eppure non sono né osservatori scientifici né templi di adoratori degli astri.
A Stonehenge, per chi la cerca, si può sempre vedere la mano di Dio.
A patto di sapere che il Diavolo si nasconde nei dettagli.
  Fonte: la Repubblica del 23/02/01

Fede...speranza...amore...



E' questo a cui ci dobbiamo aggrappare quando sentiamo vacillare dentro di noi i nostri valori...
le nostre certezze impallidiscono sotto il peso di eventi incomprensibili che ci fanno sentire inermi e spaesati
non è per niente facile vivere oggi... ma non dobbiamo e non possiamo nemmeno soccombere
lasciandoci travolgere dagli eventi.
Dobbiamo sempre sperare in meglio, dobbiamo sempre avere fede e credere in noi e in
qualcosa di più alto, e
sopratutto dobbiamo AMARE nel senso pieno della parola,
amare noi stessi, amare la gente, amare la Vita.


Foto strane

E' vera... e si trova a Lucca, si chiama Torre Guinigi, io l'ho vista...









Un tempo ne esistevano 130 e oggi ne restano solo 2 di particolare importanza la Torre delle Ore e la Torre Guinigi. Diversi furono i motivi del perchè ne scomparvero così tante. Primi fra tutti i crolli a causa dell'esasperata altezza a cui si voleva auspicare. Era infatti molto in uso una curiosa lotta tra i nobili di allora, perchè si battagliava a chi ce l'aveva più lunga! Ebbene sì... la torre più era alta, più dava onori, prestigio e importanza al suo ricco committente che veniva così rispettato e stimato.

L'orologio della Torre
Così veniva spesso superato il limite di altezza, cercando di averla più lata anche per un solo mattone, che spesso e volentieri era motivo di crollo, fomentando maggiormente beffe e soddisfazione nei confronti delle famiglie nemiche. Altre torri vennero specificamente demolite per volere di Castruccio Castracani odiato dai cittadini perchè portò molti cattivi cambiamenti e rovine a Lucca.
La Torre delle Ore, detta anche Torre della Lite, sopravvisse per via del fatto che conservava l'orologio, fondamentale all'epoca, tutt'oggi funzionante.
LA CORSA PER FERMARE IL TEMPO
Questa torre racchiude una leggenda ricordata anche da un cartello con la seguente iscrizione:
Lucida Mansi, la notte del 14 agosto1623 saliva la Torre,
affannata correva a fermare la campana,
che stava per batter l'ora della sua morte................................
a mezzanotte in punto il diavolo
avrebbe preso la sua anima
Questa è la frase conclusiva della leggenda della ricca contessa Lucida Mansi, così nobile che esistono ancora alcune sue sontuose ville visitabili a Lucca.
Era ricca e crudele, pare infatti avesse l'hobby di uccidere i suoi amanti nei modi più stravaganti e "divertenti" possibili. Aveva tutto ciò che poteva desiderare, ma non era felice e la sua ossessione, oltre che a commettere continui omicidi, la portò anche a stipulare un patto con il demonio. Aveva l'ossessione per la bellezza e la giovinezza, a tal punto che aveva disseminato di specchi la sua stanza e la villa, pare che vi fosse un piccolo specchio anche nelle Sacre Scritture, così da contemplarsi anche nei momenti di preghiera. Ma arrivò un giorno terribile, quello in cui scorse la prima ruga sul suo viso. Divenne folle, pianse, quasi impazzì, finchè apparve a lei un giovane bellissimo che le promise 30 anni di bellezza incontaminata, ma scaduto il tempo sarebbe tornato a prendersi la sua anima. Lucida stipulò il patto, era disposta a pagare qualsiasi cifra ciò che i soldi non potevano comprare. Ecco che trascorsero i 30 anni e lei rimase sempre giovane e splendida, spezzando cuori di dolci amanti che invecchiavano attorno a lei, senza mai conquistarla, troppo era innamorata della sua bellezza.
 
Ecco che allo scadere dei 30 anni, a mezzanotte il diavolo comparve per riscuotere il pagamento, Lucida che ormai aveva quasi dimenticato questo infausto giorno, tentò folle di fermare l'orologio della Torre delle Ore, salendo a perdifiato per bloccare l'ultimo rintocco, con la speranza di fermare per sempre quel terribile nemico che per lei ha avuto sempre il nome di "tempo". Ma non vi riuscì, il diavolo arrivò con un carro di fuoco e portò via la sua anima, percorrendo tutte le mura di Lucca e facendone udire ai suoi abitanti le urla strazianti, abbandonando il bellissimo, ma ormai vuoto corpo nel laghetto dell'orto botanico. Si dice che ogni luna piena il volto compaia nelle acque, eterno.
 

le mura di Lucca
I MISTERIOSI LECCI
L'altra torre famosa è quella annessa a Palazzo Guinigi, costruito alla fine del XIV secolo in mattoni. La sua stranezza è data dalla presenza in cima di due secolari piante di leccio che è possibile notare anche da lontano come torre con in cima ciuffi verdi, come un piccolo eden in cima al mondo. Si dice che Paolo Guinigi riempisse di lecci tutte e quattro le sue torri, perchè? Il motivo è ancora oggi ignoto.
 
 

 


giovedì 14 giugno 2012

Proverbi sulle donne

Abbi donna di te minore, se vuoi essere signore.
Acqua, fumo e mala femmina cacciano la gente di casa.
A donna di gran bellezza dagli poca larghezza.
A donna imbellettata voltagli le spalle.
A giovane assennato, la donna a lato.
Amor, dispetto, rabbia e gelosia, sul cuor della donna han signoria.
Astuzia di donne le vince tutte.
Bella donna, cattiva testa.
Camera adorna, donna savia.
Casa mia, donna mia, pane e aglio vita mia.
Chi bella donna vuol parere, la pelle del viso gli convien dolere.
Chi di una donna brutta s’innamora, lieto con essa invecchia e l’ama ancora.
Chi dice donna dice danno.
Chi donne pratica, giudizio perde.
Chi ha bella donna e castello in frontiera, non ha mai pace in lettiera.
Chi ha cattiva donna, ha il purgatorio per vicino.
Chi piglia l’anguilla per la coda e la donna per la parola, può dire di non tener nulla.
Chi vuol vivere e star sano, dalle donne stia lontano.
Con la pietra si prova l’oro, con l’oro la donna e con la donna l’uomo.
Da una mucca a una donna ci corre un par di corna.
Dal mare sale e dalla donna maleDì a una donna che è bella, e il diavolo glielo ripeterà dieci volte.
Di buone armi è armato, chi da buona donna è amato.
Dio ti guardi da donna due volte maritata.
Di una donna il più nobile ornamento, è modestia di volto e portamento.
Donna adorna, tardi esce e tardi torna.
Donna baffuta è sempre piaciuta.
Donna brunetta, di natura netta.
Donna buona vale una corona.
Donna che dona di rado è buona.
Donna che ha molti amici, ha molte lingue mordaci.
Donna che per amor si piglia, si tenga in briglia.
Donna che regge all’oro, val piu d’un gran tesoro
Donna che sa il latino è rara cosa, ma guardati dal prenderla in sposa.
Donna che ti stringe e le braccia al collo ti cinge, poco t’ama e molto finge, e nel fine ti abbrucia e tinge.
Donna ciarliera parla di tutti, e tutti parlano di lei.
Donna di monte, cavalier di corte.
Donna e fuoco, toccali poco.
Donna e luna oggi serena, domani bruna.
Donna, padella e lume sono gran consumo.
Donna pregata nega, trascurata prega.
Donna savia e bella è preziosa anche in gonnella.
Donne e sardine son buone piccoline.
Donne e uomini gelosi, son pericolosi.
Donna e vino, ubriaca il grande e il piccolino.
Donne, asini e noci vogliono le mani atroci.Donna in treccia, cavallo in cavezza.
Donna io conosco, ch’è una santa a messa e che in casa un’orribil diavolessa.
Donna iraconda, mare senza sponda.
Donna oziosa, non può esser virtuosa.
Donna, padella e lume, sono gran consumo.
Donna prudente, gioia eccellente.
Donna savia e bella è preziosa anche in gonnella.
Donna si lagna, donna si duole, donna s’ammala quando lo vuole.
Donna specchiante, poco filante.
Donna vecchia, donna proverbiosa.
Donne e buoi dei paesi tuoi.
Donne e oche tienne poche.
Donne e sardine, son buone piccoline.
Donne, danno, fanno gli uomini e li disfanno.
Donne per casa, una in figura e una in pittura.
Dove la donna domina e governa ivi sovente la pace non sverna.
Dove son donne innamorate morte, è inutile serrar finestre e porte.
Donna specchiante, poco filante.
Donne e oche tienine poche.
Donne danno, fanno gli uomini e li disfanno.
Dove donna domina, tutto si contamina.
Due donne e un’oca fanno un mercato.
É piú facile trovar dolce l’assenzio, che in mezzo a poche donne un gran silenzio.
Fiume, grondaia e donna parlatora mandan l’uomo di casa fuoraGli uomini fanno la roba, e le donne la conservano.
Gli uomini hanno gli anni che sentono, le donne quelli che dimostrano.
Il sacco l’uomo lo empie e la donna l’attacca.
In Roma più vale la cortigiana che la donna romana.
La bella donna è un bel cipresso.
La donna alla finestra, la gatta alla minestra.
La donna è come la castagna; bella di fuori, e dentro è la magagna.
La donna è come l’appetito, va contentata a tempo.
La donna ha oggi la maschia fattezza e l’uomo della donna ha la mollezza.
La donna ha più capricci che ricci.
La donna, il fuoco e il mare fanno l’uom pericolare.
La donna ne sa un punto più del diavolo.
La donna oziosa non può essere virtuosa.
La donna, per piccola che sia, vince il diavolo in furberia.
La donna raramente è bella ed onesta.
La donna sa dove nasce e non sa dove muore.
La donna troppo vista è di facile conquista.
La gatta ha sette vite, e la donna sette più.
Lagrime di donne, fontana di malizia.
La pazienza è dei frati, e delle donne che han gli uomini matti.
La pecunia, se la sai usare, è ancella; se no, è donna.
Le buone donne non hanno né occhi né orecchi.
Le donne dicono sempre il vero; ma non lo dicono tutto intero.
Le donne e le ciliege son colorite per lor proprio danno.
Le donne hanno quattro malattie all’anno, e tre mesi dura ogni malanno.
Le donne hanno sette spiriti in corpo.
Le donne per parer belle si fanno brutte.
Le donne, quando son ragazze, han sette mani e una lingua sola; e quando son maritate, han sette lingue e una mano sola.
Le donne s’attaccano sempre al peggio.
Le donne sono sante in chiesa, angeli in strada, diavole in casa, civette alla finestra e gazze alla porta.
Le donne sono una certa mercanzia da non le tener troppo in casa.
Le donne tacciono quello che non sanno.
Le ragazze sono d’oro, le sposate d’argento, le vedove di rame e le vecchle di latta.
Malanno e donna senza ragione, si trovano in ogni luogo e in ogni stagione.
Matta è la donna che nell’uomo crede, che ne’ calzoni si porta la fede.
Mentre le belle si guardano, le brutte si sposano.
Né donna né tela a lume di candela.
Né lettere né doni rifiutan le donne.
Non c’è sabato senza sole, nè donna senza amore.
Non v’è sabato senza sole, non v’è donna senza amore, né domenica senza sapore, né vecchio senza dolore.
Non vinse mai donna per la sua fortezza, vinse sempre per nostra debolezza.
Omo da vino, dieci per un duino; donna da vino, cento per duino.
Per amore anche una donna onesta può perdere la testa.
Piglia casa con focolare, e donna che sappia filare.
Più facile trovar dolce l’assenzio, che in mezzo a poche donne un gran silenzio.
Più vale una savia donna filando, che cento triste vegliando.
Povera la donna che si pente d’essere stata buona.
Quando la donna folleggia, la fante danneggia.
Quel che alla donna ogni segreto fida, ne vien col tempo a far pubbliche grida.
Se la donna di gran beltade non ha angelica onestade, non gli far veder le strade.
Se le donne fossero d’oro, non varrebbero una lira.
Spesso l’uomo ingannato si trova che piglia donna a vista e non a prova.
Tempo, vento, signor, donna, fortuna, voltano e tornan come fa la luna.
Tre cose fan l’uomo accorto, lite, donna e porto.
Tre cose non si possono tener nascoste, donne in casa, fusi in sacco e paglia nelle scarpe.
Tre cose son facili a credere, uomo morto, donna gravida e nave rotta.
Tre donne fanno un mercato e quattro una fiera.
Una buona donna in casa è la miglior cassa di risparmio.
Una casa senza donna è come una lanterna senza lume.
Un uomo di paglia vuole una donna d’oro.
Uomo che ha voce di donna, e donna che ha voce d’uomo, guardatene.
Uomo e donna in stretto loco, secca paglia appresso al foco.
Vuoi tu farti creder donna beata, parla di tua cognata.