sabato 13 agosto 2011




La leggenda del Minotauro


Nella leggenda i tributi imposti dai minoici sono rappresentati dall'obbligo degli ateniesi di inviare sull'isola di Creta sette fanciulli e sette fanciulle ogni nove anni, come vittime sacrificali da dare in pasto al Minotauro.

Cosa è il Minotauro

Il Minotauro è un mostro della mitologia greca-cretese, un uomo dalla testa di toro, nato dall'unione di Pasifae (moglie del re Minosse) con un toro. Per decisione del re Minosse, il mostro è richiuso in una prigione all'interno del palazzo reale di Cnosso, le cui vie di fuga sono impedite dalla presenza di un labirinto.

Teseo uccide il Minotauro

Nella leggenda, il re di Atene Teseo si introduce nel labirinto per affrontare ed uccidere il Minotauro. Una volta compiuta l'impresa, Teseo riesce a ritrovare la via del ritorno nel labirinto grazie al filo consegnatogli da Ariana (figlia di Minosse, innamorata del re ateniese Teseo), il cosiddetto "filo di Arianna". L'uccisione del Minotauro segna la fine dell'obbligo degli ateniesi di consegnare vittime sacrificali al re minoico.

La conquista achea dell'isola di Creta

La leggenda del Minotauro tramanda oralmente il riscatto degli achei (Teseo) nei confronti della civiltà minoica (Minosse) e il loro rifiuto di pagare tributi imposti dall'isola di Creta. Il primo passo di ribellione lungo un cammino che porterà, nel corso degli anni, al ribaltamento dei ruoli tra micenei e minoici, ed alla definitiva conquista achea (civiltà micenea) dell'isola di creta (civiltà minoica).



Minosse, re di Creta, aveva pregato Poseidone di inviargli un toro per un sacrificio, ma vista la bellezza dell'animale aveva deciso di tenerlo per sé.
Poseidone, infuriato perchè Minosse non gli aveva sacrificato il toro, lo rese selvaggio, e fece in modo che Pasifae, moglie di Minosse, si accendesse di desiderio per questo toro. La donna dunque, innamorata del toro, trovò un alleato in Dedalo, l'architetto, che era stato bandito da Atene per un omicidio. Egli costruì una vacca di legno montata su ruote, con l'interno cavo e ricoperta da una pelle bovina; la collocò nel prato dove il toro era solito pascolare, e Pasifae vi entrò dentro. Quando il toro le si avvicinò, la montò come fosse una vacca vera. Così la donna partorì Asterio, chiamato Minotauro: una creatura con la testa di un toro e il corpo di un uomo.
Il termine Minotauro unisce il prefisso "minos" (che presso i cretesi significava re) con il suffisso "tauro" (che significa toro).
Minosse, seguendo l'indicazione di alcuni oracoli, fece costruire il Labirinto di Cnosso per rinchiudervi il mostruoso Minotauro.
Il labirinto era un intrico di strade, stanze e gallerie, costruito dal geniale Dedalo con il figlioIcaro, i quali, quando ne terminarono la costruzione, vi si trovarono prigionieri. Dedalo costruì delle ali, che appiccicò con la cera alle loro spalle, e entrambi ne uscirono volando.
La città di Atene, sottomessa allora a Creta, doveva inviare ogni anno sette giovani maschi e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro, che si cibava di carne umana.
Quando venne il momento di effettuare la terza spedizione sacrificale, Teseo, figlio del re di Atene, si offrì volontario per andare ad uccidere il mostro. Promise al padre Egeo che, in caso di successo, al suo ritorno avrebbe issato sulla nave delle vele bianche invece di quelle nere che indicavano una situazione di lutto.
Arrivato a Creta, Arianna, la figlia di Minosse, si innamorò di lui e lo aiutò a ritrovare la via d'uscita dal labirinto dandogli una matassa di filo che, srotolata, gli avrebbe permesso di seguire a ritroso le proprie tracce. Teseo promise alla fanciulla che dopo aver compiuto l'impresa l'avrebbe sposata.
Trovato il Minotauro, Teseo lo uccise a mani nude e riuscì a uscire dal labirinto seguendo la strada indicata dal filo di Arianna.
Arianna fuggì con lui e gli altri ateniesi verso Atene ma Teseo la fece addormentare per poi abbandonarla sull'isola di Naxos (chiamata anche Dia).
Quando Arianna si accorse di ciò che era successo, lo maledisse e pianse talmente tanto che il dio Dioniso la trovò e la prese in sposa e, per le nozze, le fece dono di un diadema d'oro creato da Efesto che, lanciato in cielo, andò a formare la costellazione della Corona Boreale.
Intanto Teseo si apprestava a rientrare ad Atene ed aveva issato la vela bianca per comunicare al padre la vittoria, ma durante una tempesta un fulmine la lacerò. Non c'erano altre vele di questo colore, e il giovane dovette rimettere quella nera, facendo comprendere al padre, quando vide la barca al ritorno, che il figlio non era riuscito a compiere l'impresa. Egeo, disperato, si gettò dalla scogliera e affogò, in un mare che si chiama ancora oggi Mar Egeo.
Questo mito è stato vivo e presente nella cultura Europea e variamente elaborato per oltre tremila anni.










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