lunedì 3 ottobre 2011

Liquidità di forme, un bambino a Venezia




Liquidità di forme, bagliori di riflessi
la Serenissima rivestiva la forma dell’acqua
ad abbracciare chiese e palazzi calli e campielli.
All’osteria dei Cugnai
mio padre e mia madre divoravano granceole
gomito a gomito
con turisti americani chiassosi e colorati.
Io mangiavo risi e bisi odiavo le granceole,
mostri che mi avrebbero dilaniato
lo stomaco.
Fuori le ombre di Venezia si allungavano
rapaci fantasmi sul finire di un giorno
d’estate

1 commento:

  1. io sono ghiotto di granceole. Sono buonissime.

    PS molto bello lo scritto

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