
Liquidità di forme, bagliori di riflessi
la Serenissima rivestiva la forma dell’acqua
ad abbracciare chiese e palazzi calli e campielli.
All’osteria dei Cugnai
mio padre e mia madre divoravano granceole
gomito a gomito
con turisti americani chiassosi e colorati.
Io mangiavo risi e bisi odiavo le granceole,
mostri che mi avrebbero dilaniato
lo stomaco.
Fuori le ombre di Venezia si allungavano
rapaci fantasmi sul finire di un giorno
d’estate
io sono ghiotto di granceole. Sono buonissime.
RispondiEliminaPS molto bello lo scritto