giovedì 5 gennaio 2012



EPIFANIA
STORIA E TRADIZIONI  



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L’origine di questa figura va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell’anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus) e l’inizio dell’anno lunare.[4]
L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno (vedi ad esempio la Giubiana e il Panevin o Pignarûl, Casera, Seima o Brusa la vecia).
Nel mondo cristiano il termine indica la festa religiosa che evoca oltre all’adorazione dei Magi anche vari avvenimenti della vita di Cristo, soprattutto la nascita, il battesimo, il primo miracolo operato a Cana, la sua venuta alla fine dei tempi.


Mentre in Occidente è ora nettamente distinta dal Natale e celebra la manifestazione di Gesù ai pagani, di cui i Magi furono i primi, nelle chiese orientali, l’Epifania è la festa del battesimo di Gesù nel Giordano. Per questo fin dal secolo IV si introdusse nel giorno dell’Epifania, la benedizione dell’acqua proprio in memoria del battesimo di Gesù.
In alcune chiese orientali è insieme la celebrazione del Natale, dell’adorazione dei Magi e del battesimo di Gesù.




L’Epifania, comunemente designata come “Adorazione dei Magi”, contrapposta a quella dei pastori, è soggetto molto diffuso nella primitiva arte cristiana, alla quale perviene dalla rappresentazione del tributo dei barbari: i tre Magi, vestiti alla persiana, con anassiridi e berretto frigio, accorrono, sotto il segno della stella cometa, recando i loro doni al Bambino.
La festa dell’Epifania è salutata in molti paesi da manifestazioni di carattere folcloristico come accensioni di falò, elezioni di Re per burla, … da taluni riferite come eredità dei festeggiamenti che si tenevano durante i saturnali.


 


Nei paesi di tradizione cattolica vige il costume, come a Natale, di scambiarsi i regali e soprattutto di farne ai bambini ai quali la befana viene descritta come personificazione di una vecchia brutta ma buona che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio lascia nelle calze dolciumi e doni ai bambini buoni e carbone a quelli che sono stati cattivi.
Secondo la poetica immagine la vecchia, che nella tradizione contadina entra nelle case attraverso la cappa del camino, viene dalle montagne a notte fonda, attraversa il cielo a cavallo di una scopa e con un grosso sacco ricolmo sulle spalle.





In varie città, come a Firenze, se ne faceva un fantoccio che veniva portato in giro per le vie e dispensava caramelle ai più piccini.






Nelle leggende anglosassoni e nordiche, la notte dell’Epifania, o dodicesima notte, è uno spazio di tempo favorevole ai presagi e ai prodigi, il più indicato per combattere le forze del male.




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