sabato 29 ottobre 2011

Giuseppe Ungaretti


M'ILLUMINO
D'IMMENSO

Per capire a pieno la poesia, secondo me, occorre anche valutarne il titolo: Mattino. 
Si tratta del momento in cui la luce nascente vince le tenebre, e rivela le cose prima adombrate dal buio. 
Quella luce che svela tutto, dà il senso dell'immensità. 
Metaforicamente, può essere Mattino, anche la folgorazione del poeta che scopre la sua ispirazione, e gli detta verità nuove e non ancora pensate, lo porta alla ricerca di parole chiave che, nella loro brevità esprimano tutti i significati possibili (immensi, quindi, perché inesauribili). 

Poesia breve. 
Consta solo di due parole, unite tra loro da una trama di richiami sonori.
Nell'illuminazione del cielo al mattino, da cui prende spunto la
lirica, Ungaretti riesce a cogliere l'immensità interiorizzandola. 
Per comprendere a pieno il componimento bisogna porre l'attenzione sul titolo "M'illumino d'immenso", dove lo splendore del sole sorto da poco trasmette al poeta una sensazione di luminosità che provoca immediate associazioni interiori ed in particolare il sentimento della vastità. 
Il titolo ha una valenza evocativa perché l'idea della infinità grandezza della luce colpisce il poeta. L'intensità della poesia si affida anche alla sinestesia (qui potrebbe spiegare questo fenomeno psicologico usato in poesia, cioè  quello strano processo per il quale toccando un oggetto o assaggiando un qualcosa o ancora vedendo un'immagine, hai sensazioni e percezioni ) su cui è costruito il testo, oltre che al perfetto parallelismo fonico-ritmico dei due versicoli, aperti da un'elisione, costruiti da due ternari e ruotanti attorno a due termini comincianti per i e terminati per o. 
Il poeta con questa folgorazione ha voluto raccogliere la sua gioia profonda davanti ad uno spettacolo naturale di entità sublime, tenuto conto che lui era appena uscito dalla guerra.



1 commento:

  1. Straordinario poeta Ungaretti, concetti grandi in pochissime parole. Solo i geni ci riescono.

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