Liberamente ispirato al romanzo di Carlo Cassola "Una relazione" (1969), "L'amore ritrovato" narra del legame che, nel corso del tempo, percorre come un filo rosso le vite di Giovanni e Maria. Avevano avuto una storia, in gioventù quando si reincontrano (siamo sul litorale toscano, nel 1936), lui lavora in banca, è sposato, ha un bimbo; lei fa la manicure, è sola da molto, s'è fatta una fama immeritata di ragazza facile. La passione torna subito a divampare, ma un fraintendimento li separa ancora. Tre mesi più tardi Giovanni, richiamato alle armi per un corso di quaranta giorni a Livorno, ritrova Maria e tutto torna come prima: assieme, trascorrono giornate stupende. Ma la ragazza comprende che le spetterebbe, per il futuro, solo il ruolo di amante; va via, stavolta definitivamente. Nove anni dopo, alla fine della guerra, i due si vedono di nuovo... Rispetto alla pagina scritta, Mazzacurati addolcisce e smorza i toni, rendendo i protagonisti più belli e gentili, dando ai sentimenti maggior risalto; ne risulta un film a tratti struggente, più spesso manierato, che ha i propri punti di forza in un'azzeccata ricostruzione d'epoca e nella suggestiva fotografia di Luca Bigazzi. Stefano Accorsi non riesce a dare al suo Giovanni spessore e risonanze; Maya Sansa, per contro, rende assai bene l'ossimoro di fragilità e forza che Maria incarna
ricordo di avere visto il film al festival del cinema di Venezia. Il film era discreto, ma la compagnia era ottima!
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