Mi sento di consigliare la lettura di questo romanzo a tutti i giovani che, per la prima volta, si confrontano con i grandi interrogativi filosofici ed esistenziali; a tutti coloro che, perfettamente consapevoli che non esista una risposta univoca, non smettono mai di interrogarsi sul senso della vita e delle cose...
Troveranno in Adriano un compagno fedele.
In questa "autobiografia" di un imperatore romano l'autrice tenta di ricreare dall'interno il racconto della vicenda esistenziale di Adriano, il più illuminato degli imperatori.
L'opera è strutturata in forma di lettere indirizzate come testamento spirituale al successore designato.
Descrivendo la meditazione dell'essere umano su se stesso, il romanzo illustra il solo rimedio possibile all'angoscia della morte: la volontà di vivere consapevolmente il dovere primario dell'uomo, che consiste nell'affinamento interiore.
Giudicando la propria esistenza, Adriano non ignora che Roma finirà per tramontare, tuttavia avverte l'importanza di pensare e servire sino alla fine.Il personaggio trasferisce su di sè i problemi degli uomini di ogni epoca, che hanno ricercato e ricercano un accordo tra il metodo e la felicità, tra la volontà e l'intelligenza.
Cultura, bellezza e libertà si incontrano in ogni riga dell'opera e l'amore di Adriano per Antinoo ne è il principale motore.
"Il bel levriero avido di carezze si coricò sulla mia vita". L'assunto speculativo trova cornice in un vivace e fedele affresco della Roma imperiale del II secolo.
Marguerite Yourcenar arriva alla composizione di questo romanzo dopo lunghi anni di ricerche, indagini e tentativi. Il suo scopo era quello di far raccontare ad Adriano stesso la propria vita e coglie le sue impressioni nel momento in cui l'uomo vive la morte: Adriano è in fin di vita e scrive questa lettera a Marco Aurelio con le sue ultime forze. Yourcenar decide di effettuare la narrazione in maniera diretta, senza bisogno di intermediari, in questo modo il suo romanzo sfiora, per certi aspetti, la poesia. La prima idea era stata quella di fare del romanzo una serie di dialoghi, ma così facendo la personalità di Adriano sarebbe stata soffocata dalle altre. Il libro rappresenta per l'autrice una chiara presa di posizione del proprio mondo interiore. Per definire la tecnica letteraria dell'autrice potremmo dire che la lettera di Adriano presenta aspetti propri del monologo interiore: Adriano esprime fra sé e sé i suoi pensieri più reconditi e non li trasforma in un discorso pronunciato, i suoi pensieri vengono enunciati direttamente e seguono un ordine logico (rispettivamente a differenza del discorso indiretto libero e del flusso di coscienza).
dicono, e ho letto personalmente, che sia un gran libro; I temi che affronta sono grandi ed elevati, la morte, il senso di decadimenti del corpo, ma omnestamente non sono riuscito ad arrivare oltre la ventesima pagina. Forse sarà lo stile della Yourcenar che non riesce a prendermi.
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